Info

Su questo blog condividiamo il progetto, gli appunti di viaggio, le idee e i materiali del documentario, in corso di realizzazione, “I primi saranno gli ultimi”, sugli ultimi reduci combattenti volontari repubblicani della Guerra Civile Spagnola.

Il documentario è prodotto dagli autori, Pasquale D’Aiello e Mauro Manna, dall’associazione CSI – Consorzio Sperimentazione Immagine, da AICVAS – Associazione Italiani Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, dall’ ANPPIA – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, dall’ AAMOD – Archivio Audiovisivo Movimento Operaio e Democratico e dai tanti sottoscrittori che hanno partecipato alla campagna di crowdfunding.

Credits
regia: Pasquale D’Aiello, sceneggiatura: Pasquale D’Aielo e Mauro Manna, montaggio: Stefano Malchiodi, sound designer e musiche originali: Pasquale Mollo, tavole: Mario Trigo e Andrea Grosso Ciponte, visual effects: Luca Spadafora.

Pagina facebook del film

Il film su IMDB.

 

9 pensieri su “Info

  1. Visto che i reduci sono ormai, purtroppo, rimasti pochi, come mai parlate solo di reduci delle “Brigate Internazionali”?
    E’ una scelta?
    Mi sembra strano, dato che, come è ormai noto, il fronte antifascista era “variegato”, e chi andò a combattere nelle milizie del POUM o in quelle degli anarchici della CNT e della FAI, come George Orwell o l’italiano Camillo Berneri, non si considerava certo un “brigatista internazionale”, visto che le Brigate Internazionali erano organizzate essenzialmente dal Partito Comunista. Le Brigate Internazionali si formano nell’autunno del 1936, ma i volontari antifascisti arrivano subito, alla fine del luglio 1936. La prima colonna di volontari antifascisti italiani fu la Colonna Rosselli, guidata da Carlo Rosselli (Giustizia e Libertà) e Camillo Berneri (anarchico), composta appunto da giellisti e soprattutto da anarchici e va subito al fronte, inquadrata nella Colonna “Francisco Ascaso” della centrale anarcosindacalista CNT. Le Brigate Internazionali e le milizie del sindacato CNT erano cose molto diverse. Tanto che poi si arriva ai tragici fatti del maggio 1937 a Barcellona.
    Per questo vi chiedo come mai vi riferite solo alle prime.
    Grazie e buon lavoro

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    • Nel nostro lavoro di ricerca non abbiamo fatto nessuna distinzione tra comunisti, anarchici, repubblicani o socialisti. Abbiamo cercato ad ampio spettro perché il nostro lavoro è incentrato soprattutto sul valore umano di quella scelta di libertà. Infatti Ada e Aurelio Grossi non sono comunisti ed, anzi, ebbero contrasti con loro come ho raccontato in un post. Nel passato, il mio collega Mauro ha intervistato anche dirigenti del POUM per un altro suo lavoro, se venissimo a sapere di altri reduci di altre formazioni repubblicane ancora in vita li incontreremmo ben volentieri. Durante una prima fase di ricerche credevamo che avremmo incontrato solo membri delle Brigate Internazionali ma, in effetti, non sarà così, per esempio Vicente Almudever ha combattuto nella JSU. Approfitto della sua osservazione per meglio esplicitare il testo della pagina delle info.
      grazie

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  2. Le Brigate Internazionali costituirono il migliore strumento militare efficace e quindi temuto dai franchisti durante la Guerra di Spagna. Cio’ è indiscutibile. La XI e XV furono in assoluto le migliori unità antifasciste in Spagna. Nulla a che vedere con l’improvvisazione di CNT-FAI o POUM. Non dimentichiamo MAI inoltre che proprio uno dei principali capi anarchici, Cipriano Mera, appoggio’ il finale “Golpe Casado” che decretò la resa ai fascisti nel ’39 e consentì la strage di migliaia di ultimi strenui (e comunisti!) difensori di Madrid. Di ‘vignette’ alla Ken Loach (Terra e Libertà) ne abbiamo abbastanza. Mi faccio forte di cio’ essendo stato ‘sostenuto’ da Vazquez Montalbàn in tale polemica sulle pagine de IL MANIFESTO nel 1996 quando scoppiò tale discussione che vide tra gli altri interlocutori anche la Rossanda. Sono l’unico al mondo che ha sin’ora salvato dall’oblìo la canzone della XII Brigata Internazionale Garibaldi; https://www.youtube.com/watch?v=tHrzH1g6zls Poma lo sa bene. Ve la allego qui come file che caricai su Youtube da registrazione casareccia con vecchio compagno qualche anno fa. “Come” i garibaldini di Spagna non voglio “onori” o ringraziamenti. Spero solo che almeno a voi possa risultare utile tale canto dimenticato. Un saluto! NO PASARAN!
    Marco Vecchi, Genova, 54 anni, impiegato.
    Conobbi Lister, Pasionaria e quasi tutti i volontari italiani e non, vivi sino agli anni ’80-’90.

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  3. Lo stalinismo perde il pelo ma non il vizio. Ci vuole un bel coraggio ad accusare di improvvisazione gli anarchici della CNT, un sindacato operaio e contadino con un milione e mezzo di iscritti. E’ grazie agli anarchici se a Barcellona e in tante altre città il golpe del luglio 1936 fu subito sventato, quando le caserme dei militari golpisti furono assaltate addirittura a mani nude, perché il governo si rifiutò di armare il popolo. Ed è grazie alla CNT se la produzione industriale ed agricola riprese , così come scuole, ospedali e i servizi di trasporto e di approvvigionamento.
    Si legga il mai abbastanza conosciuto “Omaggio alla Catalogna” di George Orwell.
    E bisogna sciacquarsi la bocca prima di parlare di Buenaventura Durruti e dei miliziani della sua e di tante altre colonne anarchiche, che sacrificarono la vita per combattere il fascismo, mentre gli stalinisti li colpivano alle spalle e facevano in modo che non avessero armi e approvigionamenti.
    I comunisti stalinisti una grande efficienza, è vero, l’hanno dimostrata. L’hanno dimostrata nell’assassinare Camillo Berneri nel maggio del ’37 a Barcellona, cosa rivendicata dallo stesso Togliatti, nel torturare e assassinare il segretario del POUM Andreu Nin, nel reprimere le collettività contadine autogestite come fece Lister. L’assassinio di Camillo Berneri ad opera degli stalinisti è ricordato anche da Pietro Nenni nel suo “Spagna” e fu più volte denunciato nel dopoguerra anche da Gaetano Salvemini. Il comunista Vittorio Vidali, fedele esecutore degli ordini di Mosca, fu uno dei principali responsabili dei crimini dello stalinismo in Spagna. Si veda ciò che dice Hemingway a proposito di “Carlos” o il giornalista Giorgio Bocca che lo aveva intervistato.
    Per fortuna all’epoca ci fu chi documentò quanto stava accadendo.
    E a tal proposito: immagino ne saranno già venuti a conoscenza, ma se così non fosse, credo che ai curatori de “I primi saranno gli ultimi” potrebbe interessare la visione di “Spagna 1936 – un popolo in armi contro il fascismo e per la rivoluzione sociale egualitaria e libertaria”. Sono le immagini di un documentario girato tra il 1936 e il 1937 da operatori del Sindicato de la Industria del Espectaculo di Barcellona aderente alla CNT (Confederación Nacional del Trabajo). Finalizzato all’epoca a sollecitare la solidarietà internazionale antifascista, il commento originale del documentario, intitolato Fury over Spain, era in inglese. Alla metà degli anni Settanta, verso la fine dell’era franchista, il Comitato Spagna Libertaria di Milano ebbe dagli archivi iconografici della CNT copia di questo filmato per il quale riscrisse la colonna sonora. Vent’anni dopo, il Centro Studi Libertari/Archivio «Giuseppe Pinelli» ha rimesso in circolazione questo filmato con un nuovo commento sonoro. E’ visionabile a questo link.

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  4. Cito Pietro: “Pietro ha detto:
    Set 17, 2015 alle 11:42
    “Lo stalinismo perde il pelo ma non il vizio. Ci vuole un bel coraggio ad accusare di improvvisazione gli anarchici della CNT, un sindacato operaio e contadino con un milione e mezzo di iscritti. E’ grazie agli anarchici se a Barcellona e in tante altre città il golpe del luglio 1936 fu subito sventato, quando le caserme dei militari golpisti furono assaltate addirittura a mani nude, perché il governo si rifiutò di armare il popolo. Ed è grazie alla CNT se la produzione industriale ed agricola riprese , così come scuole, ospedali e i servizi di trasporto e di approvvigionamento.”
    Si legga il mai abbastanza conosciuto “Omaggio alla Catalogna” di George Orwell.” Io non sono ‘stalinista’, categoria o categorie (trozkisti, libertari ecc.. che oggi come ‘siniostrati’ dovremmo superare per far quadrato e -ripartire-), conosco benissimo Orwell, il suo testo citato e apprezzo ampiamente Durruti, i fratelli Ascaso, Olver e la Montseny, ma rammentiamoci sempre che la Storia NON HA MORALE, nozione prima anche in ambito accademico: se si prescinde da cio’ tutto diventa una rissa e una polemica. Le caserme assaltate a mani nude poco si confanno alla realtà dei fatti; i golpisti fermati eroicamente (altra categoria aggettiva che non dovrei usare per nessuno) a Barcellona quando uscirono dalla Caserma Pedralbes il 19 Luglio 1936 furono infatti fermati a costo di una feroce battaglia in Plaza de Catalunya e lungo le ‘ramblas’, anche con attacchi suicidi della CNT-FAI che a seguito dell’efficacia dimostrata nel salvare Barcellona dai fascisti furono deputati al governo locale, la Generalitat, dal presidente della stessa, il moderato LLuis Companys (poi fucilato dai fascisti a fine guerra nel 1940). La CNT era organizzata nella misura in cui era appunto una struttura seconda solo al PSOE di Largo Caballero, ma il rifiuto dell’organizzarsi militarmente per essere semplicemente -più efficaci- nel contrastare un esercito professionale golpista, dimostra de facto il contrario. Infinite assemblee ed il presidio di cio’ che si era conquistato (la difesa della Catalogna e della Rivoluzione sociale in loco) portò inevitabilmente allo stallo delle operazioni sul fronte aragonese mentre Madrid era difesa in una guerra convenzionale ferocissima dal Quinto reggimento (comunista) e dalle Brigate Internazionali, molte delle quali, ancora definibili come ‘colonne’ o ‘centurie’ (la Thalmann, la Mann, la Sozzi…) avevano già anche operato nelle zone controllate per lo più dagli anarchici in Catalogna e bassa Aragona. Il fucili e le armi in genere non furono rifiutate solo alla CNT-FAI ma a tutti i sindacati anche a Madrid, da qui l’assalto (in Madrid) nella Caserma Montana over erano conservati migliaia di fucili e loro parti (nello specifico gli ottiratori per i Mauser a ripetizione manuale). Al Cuartel de la Montana i comunisti, gli anarchici, socialisti e antifascisti di ogni sorta, riuscirono a irrompere e fecero strage dei militari, soprattutto ufficiali, che prima avevano sparato proditoriamente sulla folla per non arrendersi al popolo lealista. Tornando a Orwell, è implicito nel suo testo che la sua fu una visione della Guerra di Spagna ‘parziale’, sia per casualità (-finì- fortuitamente in una colonna del POUM, definito trozkista in senso denigratorio da Mosca ma partito di fatto privo di legami fattuali con il lider dissidente sovietico), sia per la marginalità dal punto di vista strategico delle zone in cui si trovò a combattere, il Levante catalano-aragonese (vedi sopra). I giorni tragici del Maggio 1937 a Barcellona furono senz’altro tali ma come scrive Thomas nel suo ponderoso volume, “non si può escludere che il primo a grifare -tradimento!- possa essere stato un agente fascista”. La contraddizione fra “FARE LA RIVOLUZIONE E VINCERE LA GUERRA” portata avanti dai libertari e dal POUM era difficile da sostenere nella misura in cui si aveva di fronte l’aviazione ‘legionaria’ fascista di Mussoli e quella nazista, -la Condor-, di Hitler, legione Condor che non solo “era fatta di bombardier” modernissimi per l’epoca, ma di decine di migliaia di soldati tedeschi che operavano coni noti cannonni “88” che proprio in spagna si rivelarono più efficaci come -terra/terr- che come contraerea per la quale erano stati pensati; gli stessi carri nazisti Panzer I, per quanto non superiori ai tank sovietici TB5 e T26 (ottimi ma limitati nel numero sino ad esaurimento pezzi), erano in numero pressocchè infinito al servizio di Franco. La Legione Straniera, “El Tercio”, dell’armata d’africa golpista era un corpo già più che aduso alla guerra nel deserto del Rif colonializzato dalla Spagna, i “Moros”, le truppe coloniali more erano un’orda spietata e foltissima che procurava terrore e panico per le atrocità commesse ovunque. Pensare di far fronte a tali forze con colonne volontarie tanto ardite quanto improvvisate, come furono all’inizio anche le Brigate Internazionali (che comunque soffrirono pur’esse di endemiche mancanze logistiche), o con cittadini, operai e contadini armati che mai avevano maneggiato nemmeno una pistola fu cosa più che ardua. Sicuramente la congiuntura del peggior momento delle ‘purghe’ staliniane coinvolse in ogni minimo sospetto tanti rivoluzionari antifascisti, non solo anarchici come Berneri o membri del POUM come Nin, ma altrettanti comunisti ‘ortodossi’. Ma a far vincere il fascismo fu in primo luogo la politica vile di “Non INTERVENTO” decisa dalla Società delle Nazioni (l’ONU di allora) ed il sostegno militarmente fortissimo di Hitler e Mussolini, senza scordare mai che già allora le multinazionali del petrolio quali la TEXACO et similia fornirono comunque tutto il carburante per i mezzi su ruote o cingoli ai fascisti mediante triangolazioni che aggiravano la politica del Non Intervento citata poc’anzi. Siamo realisti…. non si tratta di perdere o meno “il pelo ma non il vizio”, ma di considerare a fondo ogni dato che nei decenni (sono passati 80’anni) possiamo analizzare, senza sovrapporre letture viziate da sentimentalismi o moralismi che nulla hanno a che vedere con la Storia intesa come scienza investigativa. In ultimo: nel testo di Brouè e Tèmine, storici trozkisti francesi che lavorarono sul tema spagnolo fra i ’60 e ’70, viene “indiscutibilmente reso omaggio al valore delle Brigate Internazionali” come migliore forza antifascista combattente in Spagna.

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  5. Ho letto con grandissimo interesse i materiali da Voi pubblicati e vorrei contribuire inviandoVi alcuni miei scritti in materia, tutti già pubblicati su riviste storiche o in volume, ma, francamente, forse per la mia scrasa conoscenza dell’inglese, non ho capito come fare. Vi sarei grato se mi date delle indicazioni. Grazie per l’attenzione. Antonio Orlando

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