William. La fine del viaggio.

vlcsnap-2018-05-01-14h40m56s418
William Krehm

Quando abbiamo iniziato il nostro viaggio mai avremmo pensato che un giorno ci saremo trovati nella condizione di chi può dire di aver intervistato tutti i reduci repubblicani volontari della guerra civile spagnola ancora viventi. E invece è accaduto. Un po’ di fortuna, tanta determinazione e un tocco di inventiva ci ha portato a questo punto. Ieri abbiamo intervistato  con l’ausilio di un filmmaker canadese e di Skype: William Krehm, l’ultimo militante volontario del POUM.  Oggi William ha quasi 105 anni, ne aveva 23 quando nell’ottobre del 1936 per la prima volta mise piede in Spagna alla ricerca della rivoluzione. William ha lavorato a stretto contatto con il POUM e tra le sue fila ha conosciuto a Barcellona anche George Orwell, di cui ci ha raccontato un piccolo e divertente aneddoto. Ha conosciuto anche lo scrittore irlandese Charles Donelly con cui ha trascorso a Londra il Natale del 1936 e per poco non lo convinse ad entrare con lui nelle Brigate Internazionali. William restò fedele al POUM mentre Charles è morto pochi mesi dopo nella battaglia dello Jarama.

Il destino di William gli salvato la vita ma aveva in serbo per lui l’affronto del carcere. Come tanti altri militanti del POUM fu accusato di essere una spia, incarcerato e poi espulso dalla Spagna.

Questa terribile esperienza non ha distrutto il morale di William che è restato un combattente per tutta la vita e lo ha portato ad essere vicino a Trotsky quando questi è morto in Messico.

Oggi gran parte dei ricordi di William sono svaniti ma quelle poche parole che ci ha potuto rivolgere sono l’ultima tangibile testimonianza di un pezzo della storia della guerra civile spagnola che vi racconteremo attraverso di lui.

William è l’ultimo reduce ancora in vita di cui si abbiano tracce pertanto riteniamo concluso il nostro viaggio.

E’ stato un viaggio lungo, iniziato tre anni fa. Se guardo indietro vedo quanta strada abbiamo fatto, quante persone abbiamo conosciuto, quante cose abbiamo imparato e  mi rendo conto di che impresa sia stata. Certamente al di sopra delle forze che avevamo quella notte di fine primavera di tre anni fa in cui decidemmo di imbarcarci in quest’impresa. E se così non fosse stato non meriterebbe certo il nome di impresa.

Adesso non ci resta che scrivere, riflettere, montare per costruire il nostro film. Un film non si scrive con la penna, per cui la fatica non è terminata. Ma ormai non ci spaventa. Siamo abituati, andiamo avanti e siamo sempre più ansiosi di raccontarvi questa storia.

Geoffrey

Geoffrey Servante Morrison
Geoffrey Servante Morrison

Quasi certamente ognuno di voi avrà un’idea piuttosto precisa su come potesse essere un volontario che a metà degli anni ’30 lasciasse casa, amici, amori, lavoro e andasse a combattere per la repubblica spagnola contro i fascisti e nazisti. Avrete visto qualche film (a cominciare da quello più famoso, Terra e libertà), probabilmente avrete letto qualche libro: Omaggio alla Catalogna di Orwell o Per chi suona la campana di Hemingway e forse visto le foto di Robert Capa e Gerda Taro. E quando vedrete il nostro film ritroverete molte delle vostre idee incarnate negli ultimi protagonisti che abbiamo intervistato. Ma dovete sapere che la guerra di Spagna fu anche molto altro. E se avete letto alcuni di racconti di Hemingway forse già lo sospettate. Lui con Martha Gellhorn all’hotel Florida sotto le bombe, sempre lui a discutere di cocktail con il barman Perico Chicote con il fronte che scorreva al termine della strada. Ma forse ricordate anche un breve passaggio di Casablanca quando Victor Laszlo, il nuovo compagno di Ilsa, ricorda a Rick Blaine (Humphrey Bogart) di aver aiutato la Spagna repubblicana prima di rifugiarsi nel suo esilio dorato in Marocco. Ebbene si, intorno alla Spagna repubblicana c’era anche un alone di avventura e di idealismo che seduceva uomini e donne in cerca di una causa a cui dedicare la vita o almeno una storia da raccontare al proprio ritorno. Di loro si parla solo nei romanzi e nei film perché forse a loro ritorno dalla guerra non sono stati bravi a scrivere le proprie memorie, troppo presi a rincorrere i propri guai e a vivere la loro vita, nessuno li ha cercati e sono presto stati dimenticati.

Ma questi (anti-)eroi non sono tutti morti, Geoffrey è uno di loro (e lui lo sa) e per noi è stato un grande piacere ascoltare la sua storia e saremo felici di raccontarvela nel nostro film. Non possiamo dirvi troppo, vi anticipiamo solo un dettaglio, tutto ebbe inizio una notte di primavera del 1937 in un pub di Soho quando Geoffrey aveva appena compiuto 18 anni… e l’abbiamo scoperta nelle campagne inglesi del Gloucesteshire in una una fredda giornata d’inverno di appena ottantun anni dopo…

20180211_083745

Le sorprese del 2017 non erano finite

Stavamo già correndo con la mente al bilancio dell’anno che terminava quando una nuova e sorprendente notizia ci ha raggiunto: in Francia c’è un altro ex brigatista internazionale ancora vivo! Si chiama Henri Diaz e ha 100 anni! Non siamo ancora entrati in contatto con lui ma abbiamo già appreso alcune notizie sul suo conto. Appena scoppiata la guerra civile Henri è giunto in Spagna e combattuto dapprima con il mitico 5° Reggimento del comandante Carlos, poi con la 36° Brigata Mista della 4° Divisione e infine nella XIV Brigata Internazionale. Ha combattuto in Spagna fino alla fine della guerra, lasciando il paese solo il 17 marzo del 1939. Henri ha continuato la sua lotta contro il fascismo partecipando anche alla resistenza francese.

Inutile dirvi che non vediamo l’ora di poter ascoltare la sua storia direttamente dalla sua voce. Sappiamo che le condizioni fisiche di Henri Diaz non sono perfette ma la sua memoria è ancora eccellente, tant’è che nel marzo di quest’anno ha pubblicato un libro di memorie intitolato: I sentieri della libertà.

Vi terremo aggiornati.

Appuntamento con la storia

En esta foto estoy con tres personajes Polacos que luego de la guerra fueron funcionarios o periodistas en Polonia y yo estoy con ellos. Es una foto de diciembre de 1936
Virgilio Fernandez del Real  (in piedi a destra) – Dicembre 1936

Si, lo ammetto, a volte preferirei fare un film “normale”, con un ordine, un piano di lavoro chiaro, in tempi prevedibili. Ma forse sarebbe stato un’altra cosa, molto diversa da quella che stiamo facendo. Il nostro progetto ha ben poco di pianificato. Se la parola non fosse troppo usata, direi che è piuttosto un’urgenza. Se dovessi dirlo in altre parole, direi che è come seguire una concatenazione di eventi che in qualche modo senti che ti riguardano, un filo di ricordi che non vuoi che si perdano, una voce di qualcosa che dovrebbe essere svanita ed, invece, ti appare viva, chiara, ancora potente. Quand’ecco, qualche giorno fa questa voce, questa sorta di “spirito della guerra di Spagna” si è manifestata in poche righe di un post di una compagna spagnola che dicevano: We just heard that THE LAST living Mexican brigader, Virgilio Fernandez del Real, will be in Madrid in the next few days. I cannot quite believe this is happening. He is 98 years old and flying from Mexico! 

Virgilio Fernandez del Real è l’ultimo combattente delle Brigate Internazionali ancora in vita insieme a Joseph Almudever. Quando abbiamo pianificato le nostre riprese avevamo dovuto rinunciare ad incontrarlo in quanto viveva in Messico e per noi non era fattibile  girare in Messico. Ma oggi, a 98 anni, Virgilio è voluto tornare ancora una volta nel suo paese, la Spagna. Questa è diventata un’occasione che non potevamo lasciarci sfuggire. Tra qualche giorno lo raggiungeremo a Madrid per farci raccontare i suoi ricordi della guerra di Spagna. Quando la guerra iniziò Virgilio aveva 17 anni e stava ancora studiando. Si incorporò come volontario nel servizio di sanità e combatté tutta la guerra fino alla fine nelle fila del battaglione Dombrowski, nella XIII brigata internazionale, combattendo a Madrid, Guadalajara, Belchite fino all’Ebro, fino alla sconfitta della Repubblica e all’esilio in Messico.

Non sappiamo ancora come questo nostro viaggio cambierà il nostro film ma sappiamo che dobbiamo ascoltare i suoi ricordi della guerra di Spagna. Perché è una storia che ci riguarda, ci appartiene.